L’impianto esistente era frazionato in spazi regolari e connessi tra loro da corridoi, secondo un’impostazione tipica genovese.
L’ingresso è una bussola che accoglie il visitatore, spazio ben definito, ma che funziona da vero e proprio atrio di sospensione tra la zona notte e la zona giorno.
La conversazione tra il nuovo contemporaneo e il vecchio stile si denota soprattutto nella zona soggiorno. I cui soffitti hanno traccia degli eleganti stucchi in contrapposizione a lineari innesti di colore tenue.
L’articolazione dello spazio è fluida, grazie al parquet rovere e la luce che penetra i diversi spazi, armoniosamente come ad accarezzare i muri.
La zona notte è quella più riservata, nascosta come dietro una quinta e ben definita dai suoi spazi di servizio. Le camere da letto sono ariose e affacciano sul Castello D’Albertis, i due bagni, per gli ospiti e padronale, riflettono un carattere molto deciso ma allo stesso tempo morbido.